Lo avevamo preannunciato nel pomeriggio del 14 gennaio: anche gli studenti di seconde e terze medie delle regioni in “zona rossa” finiranno in dad. Potete leggerlo qui. Poche ore dopo, la bozza del dpcm stabiliva che le scuole medie sarebbero tornate in presenza.
Nella mattinata del 15 gennaio, però, ecco la conferma a quanto scrivevamo: è ufficiale, anche seconde e terze medie tornano in dad nelle regioni in zona rossa. Automaticamente, secondo il nuovo dpcm, nelle regioni dichiarate zone rosse gli studenti delle secondarie, prima media esclusa, frequenteranno in dad.
Lo conferma la ministra Azzolina sulla sua pagina Facebook:
Restano in presenza i servizi educativi per l’infanzia, la scuola dell’infanzia, la primaria e il primo anno della scuola secondaria di primo grado.
E così, da lunedì migliaia di studenti della Lombardia, della Sicilia e della provincia autonoma di Bolzano (posti dichiarati “zona rossa”) delle seconde e terze medie resteranno a casa, frequentando dietro lo schermo del computer.
Da una parte, molti dei docenti accolgono con sollievo la notizia, non sentendosi tutelati in classe: con la didattica a distanza, sarà garantita la sicurezza propria, delle proprie famiglie e di quelle degli alunni. Dall’altra parte, sappiamo bene quali siano gli effetti sull’apprendimento di tanti studenti, nonché l’enorme fatica che comporta per i docenti la didattica a distanza.
Ma non finisce qui. A breve tanti altri studenti della scuole secondarie di primo grado potrebbero tornare in dad. Sia chiaro, non vogliamo fare le Cassandre, ma si tratta di questione di pura logica: nonostante le restrizioni, la situazione epidemiologica ormai da settimane è in lieve ma costante peggioramento. Anche in questo caso, avevamo preannunciato che non si sarebbe tornati a breve in classe in un altro articolo, come potrete leggere qui. Nessuna sorpresa che già dalla prossima settimana altre regioni si trovino in zona rossa, con conseguente didattica a distanza per studenti di tutte le scuole secondarie, prima media esclusa.
Al momento, vagliando gli indici Rt, si può constatare come vicini alla soglia critica di 1,25 si trovano anche Emilia Romagna, Puglia, Vale d’Aosta, Abruzzo e Basilicata, mentre quel valore è stato leggermente oltrepassato dall’Umbria.
Insomma, docenti e alunni vivono sospesi ormai da mesi. In questa situazione, il processo di insegnamento e quello di apprendimento, inutile dirlo, ne risentono ampiamente. Sarebbe forse meglio pensare già da ora a come concludere l’anno, adottando anche le misure necessarie per le classi terminali, per comprendere come orientare la rotta per il quadrimestre che verrà.