Vi consigliamo la lettura di questo saggio da parte di Adriano Nardi. Lo stesso ci scrive: “E’ stato un piccolo sfogo dopo lo stress accumulato in 15 anni di precariato e conclusosi con tre concorsi affrontati contemporaneamente, nello stesso periodo di tempo. La lettura di questo raccontino dovrebbe essere leggera ma, a suo modo, spero sia anche istruttiva e non solo da un punto di vista scientifico. Ne emerge il problema del precariato e il profilo psicologico di un ricercatore.” – conclude Nardi – “In fondo non siamo distanti: molti miei colleghi ricercatori, stanchi della situazione o con un contratto non più rinnovato, hanno trovato rifugio nell’insegnamento, come spiego nell’epilogo. Io stesso a suo tempo ho partecipato e superato la preselezione per la scuola (esperienza surreale anche quella) ma dopo non ho affrontato il concorso vero. L’idea di insegnare era affascinante ma in realtà avevo paura di abbandonare davvero la follia della ricerca.”